La terra attualmente viene utilizzata sempre di più come materiale della bioedilizia per le sue caratteristiche ecologiche fra cui la buona traspirabilità, che consente di realizzare muri privi di condense.
Per la capacità di regolazione dell’umidità dell’aria, quando essa è troppo secca o troppo umida. Per l’assenza di inquinanti “indoor”, che la rendono adatta a realizzare ambienti salubri.
Notevoli sono anche la sua inerzia termica cioè la capacità di accumulo del calore e l’alto coefficiente di isolamento termico che consente di risparmiare sui costi di gestione di riscaldamento.
Inoltre è reperibile sul posto, ovunque si costruisca; non subisce alterazioni della sua composizione chimica naturale; non emette agenti tossici, conserva in ogni fase di utilizzo e trasformazione le sue caratteristiche ecologiche; la si può riciclare anche come suolo agricolo.
L’insieme di questi requisiti contribuiscono a qualificare oggi la terra come materiale principe della bioarchitettura.
La terra (possibilmente ad alto tenore di argilla) lavorata ad impasto con acqua, paglia o fibre naturali, leganti naturali quali il letame o artificiali come ad esempio la calce, serve per realizzare murature di getto o murature a blocchi.
Le prime prendono il nome di costruzioni in pisé le altre sono dette murature di adobe e i singoli blocchi possono essere declinati con nomi diversi, a seconda dell'area geografica in cui tale tecnica è sviluppata, come ad esempio il massone, tecnica costruttiva a blocchi di terra diffusa in Italia nelle regioni dell'Abruzzo e delle Marche.
Il sistema costruttivo del pisé prende anche il nome di terra battuta.
La terra battuta, ad alta percentuale di argilla, arricchita di ciottoli di fiume, è tipica delle costruzioni in terra cruda della pianura Alessandrina (parti basse delle valli Tanaro, Bormida e Scrivia).
Nelle costruzioni in terra battuta, per migliorare la resistenza del fabbricato, si usava costruire pilastri verticali e pilastrate d'angolo con mattoni cotti; inoltre, si trovano spesso inserimenti di catene di legno per migliorare il comportamento strutturale rispetto all'azione degli sforzi orizzontali, inserite direttamente nel getto di terra.
In alcuni casi la terra è associata a una struttura resistente in legno e in tal caso si parla di sistema costruttivo a torchis.
Le costruzioni in terra cruda sono tipiche dell'edilizia rurale e dell'architettura vernacolare e tale sistema costruttivo si può far risalire all'origine dell'abitare.
Le strutture orizzontali delle costruzioni in terra cruda erano realizzate in legno, ma si trovano anche strutture a volta con mattoni cotti disposti in foglio e tessitura a 'spina di pesce'.
Le murature erano poi rivestite con un intonaco a base di calce viva.
Una delle maggiori fonti di degrado delle costruzioni in terra cruda è l’acqua, sia quella piovana che quella risalente dalle murature a contatto del terreno.
Per quest’ultima si è spesso risolto il problema realizzando un basamento in pietra o in laterizio cotto.